Battaglia a Musul

Bisogna catturare Al Baghdadi

Il grande ottimismo sulle sorti della battaglia di Mosul che si considera prossima ad essere espugnata, è perlomeno prematuro. Un milione e mezzo di abitanti per un’area di quasi 40 mila km quadrati, sono sempre meno dei due milioni in 190 mila km quadri di Aleppo, ma Aleppo resiste da cinque anni e ancora non cede. Le sorti di una guerra in un centro abitato restano drammatiche e controverse. A meno che non si rada al suolo la città completamente, obiettivo strategico, oltre che umanitario, da escludere, la battaglia per Musul non si concluderà in due settimane. Poi c’è un problema nella coalizione: peshmerga, regolari iracheni, avanguardie iraniane, ausiliari americani. Un esercito molto variegato, troppo.. Mantenerne il comando unificato è un’impresa quanto la conquista della città. Si tratta del primo comando militare che mette insieme paesi che si sono combattuti per decenni. Ma ammettiamo che gli analisti abbiano ragione e Musul venga presa entro un mese. Resterebbe aperto il problema dell’integrazione di un’area di insediamento sunnita che rifiuta il governo sciita di Baghdad. L’Is ha saputo sfruttare questa divisione etnica, il tarlo che mina il nuovo Iraq. Anche schiacciata l’Is, Mosul avrà bisogno di autonomia. Per questo più che della liberazione di Mosul ci aspettiamo qualcosa dalla cattura di al Baghdadi. Nessuno sa dire esattamente dove si trovi il califfo, il bersaglio grosso della lotta contro il terrorismo fondamentalista. Può darsi che l’informazione si tenga nascosta per ragioni di opportunità. Nel caso che al Baghdadi si fosse spostato in Libia, come pure si era letto, saremmo punto e a capo. Se il califfo fosse protetto da qualche emiro in altro Stato, o nascosto in un paese “amico”, come avvenne per Bin Laden in Pakistan, sarebbe anche peggio.. Fino a quando al Baghdadi resta uccel di bosco, non basterà nemmeno la riconquista di Mosul per archiviare il fantasma jihadista L’occidente che spera nelle stesse popolazioni mussulmane per levarsi le castagne dal fuoco del fondamentalismo, potrebbe dover rifare tutti i suoi conti.

Roma, 18 ottobre 2016